“Ritorna al futuro” è un grido gioioso con cui vorremmo chiamare all’azione quante più persone possibili per far tornare di moda i diritti, di tutti e per tutti, che vuol dire in primo luogo tornare a parlarne e acquisire nuova consapevolezza come persone e cittadini.
Infanzia, parità di genere, politiche giovanili, lavoro sociale, diritti dei migranti e delle famiglie, qualunque forma esse abbiano: l’amara consapevolezza che questi temi siano di moda quanto i pantaloni a zampa nasce dalla nostra familiarità con essi, frutto del lavoro quotidiano dei nostri oltre 400 operatori.
Si tratta di temi che non coinvolgono solo le cosiddette fasce “fragili”, ma ci riguardano tutti, soprattutto dopo la lunga crisi economica e la pandemia che hanno colpito anche il nostro Paese. Eppure, nella società dell’informazione, non riescono a entrare nel dibattito pubblico, come se non riguardassero noi, la nostra quotidianità, le persone vicine.
Il ruolo della cooperazione sociale, per come la intendiamo, è anche fare cultura e informazione, e il primo passo verso la partecipazione è stimolare le persone a prendere consapevolezza delle sfide sociali da affrontare.
Il lavoro sociale e di cura, e quello educativo in particolar modo, in un clima di crescente individualismo ed edonismo, è il primo a non essere più “di moda”: poco conosciuto e per nulla riconosciuto, malpagato, reso precario da appalti costantemente al ribasso. È sempre più difficile trovare operatori e garantire loro condizioni lavorative almeno dignitose, se non all’altezza della funzione pubblica di garanzia dei diritti individuali e della coesione sociale che ricoprono. E senza il lavoro educativo molti diritti restano parole vuote, di carta.
Tutti possiamo fare la nostra parte, nessuno escluso, anzi forse ormai è una scelta irrinunciabile per non vedere il terreno dei diritti erodersi sempre più velocemente e un minimo benessere personale e sociale diventare privilegio di pochi.
Una risata seppellirà le diseguaglianze: questa la nostra scommessa, unisciti a noi!